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Ecco le nostre motivazioni:
§ Per richiamare l’attenzione di tutto il Paese verso i gravi problemi del settore
§ Per modificare la Proposta Europea sulla nuova OCM che altrimenti comporterà un drastico ridimensionamento produttivo con la perdita del posto di lavoro per migliaia di lavoratori nel settore agricolo e nel settore industriale
La riforma dell’OCM zucchero comporterà nei paesi comunitari:
- Il calo delle quote sussidiate del 17%, che passeranno quindi da 17,4 a 14,6 milioni di tonnellate con una diminuzione produttiva per l’Europa di 2,8 milioni di tonnellate,
- Una riduzione del sostegno diretto al reddito per gli agricoltori italiani che ammonterà nel 2005/2006 a meno 39 milioni di Euro,
- L’aumento annuo delle importazioni all’interno della comunità, che passeranno da 1,8 a 2,4 milioni di tonnellate, in Italia già oggi incidono per 800.000 tonnellate,
- L’insostenibilità e quindi l’abbandono della produzione da parte di “alcune”regioni produttrici comunitarie, tra cui l’Italia,
- La chiusura di oltre il 30% degli stabilimenti Europei, senza considerare le conseguenze dell’aumento delle importazioni,
Un progetto di riforma che spinge chiaramente per lo spostamento delle produzioni bieticole verso i paesi europei attualmente più competitivi tagliando fuori tutti gli altri.
Un disegno che relegherebbe il nostro paesi a semplice nazione consumatrice estromettendoci dal mercato produttivo.
Da tempo, di fronte ad un simile pericolo, le organizzazioni sindacali chiedono a gran voce un fronte comune compatto al quale prendano parte tutti i soggetti della filiera; per portare avanti obiettivi comuni che possano incidere e modificare le decisioni comunitarie.
Decisioni che, se fossero applicate comporterebbero per il nostro paese una gravissima crisi occupazionale, mettendo in discussione la sopravvivenza di una intera filiera produttiva che, compreso l’indotto, dà lavoro a 77.000 persone.
Di fronte a quanto prospettato dalla riforma, Fai, Flai e Uila hanno più volte richiesto:
§ Un riequilibrio, che sia caratterizzato da una maggiore equità, delle quote produttive assegnate ai vari paesi europei e il mantenimento di un rapporto equilibrato tra importazioni e consumi nazionali;
§ L’introduzione di contingenti di importazione per i PMA ed i Balcani, tematica importantissima per l’Italia vista la sua collocazione geografica;
§ La compensazione ai territori più svantaggiati;
§ Il mantenimento della presenza del settore e degli aiuti nazionali per il Sud;
§ Il mantenimento del sistema delle quote e la titolarità delle stesse agli stati membri, vietando all’interno di questo la trasferibilità tra stati membri;
§ Il mantenimento degli aiuti comunitari accoppiati;
§ La creazione di un fondo europeo per la ristrutturazione da utilizzare per la formazione, la riconversione ed il sostegno al reddito dei lavoratori;
§ La titolarità della gestione delle risorse agli stati membri;
§ L’elaborazione e l’incremento, tramite apposite politiche legislative ed economiche di diversificazioni produttive da affiancare alla tradizionale produzione saccarifera;
§ La riconversione degli impianti saccariferi destinati a chiusura per la produzione di alcool da trazione con origine agricola.
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