COMUNICATO STAMPA
Si è concluso
con la conferenza stampa di oggi il percorso di consultazione sul
contratto nazionale del commercio che ha visto impegnata La
consultazione, avvenuta a seguito della firma separata del CCNL del
Commercio da parte di Fisascat CISL e Uiltucs UIL, ha rappresentato
per L’esito della
consultazione avvenuta con “Voto Certificato”
è chiara. I lavoratori bocciano l’accordo firmato da Fisascat
e Uiltucs con un risultato straordinario :
su 802 presenti alle
assemblee, 770 si sono dichiarati contrari all’accordo chiedendo la
riapertura del tavolo di trattativa e soltanto 8 si sono espressi
favorevolmente e 24 si sono astenuti.
I lavoratori
hanno pertanto confermato che la decisione di Confcommercio e di
CISL e UIL di arrivare alla firma separata del contratto del
Terziario è una decisione gravissima e sbagliata che non recupera
potere di acquisto e toglie diritti. In aggiunta, i lavoratori hanno
criticato apertamente la scelta di Fisascat e Uiltucs che non hanno
accettato la sfida democratica di una consultazione unitaria con
voto certificato sul contratto nazionale, firmando il contratto
il 6 aprile senza chiedere consultare i lavoratori. L’intesa è
pertanto stata bocciata dai lavoratori per le seguenti ragioni:
1.
cancella il diritto al pagamento
della malattia per i primi 3 giorni,
che verranno retribuiti con un meccanismo graduale facendo perdere
ai lavoratori fin dal 3° evento parte della retribuzione per
arrivare al 5° evento per il quale non ci sarà pagamento.
2.
prevede la possibilità per le
aziende di avviare un percorso di fuoriuscita dalla cassa pubblica
per il pagamento della malattia
– INPS a favore della costituzione di una cassa privata co-gestita
tra cisl-uil e confcommercio,
distruggendo così nei fatti il sistema previdenziale.
3.
toglie ai nuovi assunti le 104 ore
di permesso portandole a 32.
Le 104 ore si recupereranno solo passati 4 anni di lavoro,
aumentando così il divario tra nuovi assunti e stabilizzati,
incentivando così il ricorso di contratti a termine o precari.
4.
la parte economica non recupera il
potere di acquisto dei lavoratori e delle famiglie.
Infatti l’aumento salariale di 86.00 lordi a regime ovvero alla fine
dei 3 anni di vigenza comporta il mancato recupero del potere di
acquisto per i lavoratori che si troveranno con buste paga sempre
più basse.
5.
introduce la possibilità di
effettuare deroghe peggiorative al contratto nazionale
mortifica e snatura la contrattazione di secondo livello tesa fino
ad oggi a migliorare le condizioni dei lavoratori.
6.
recepisce le politiche del lavoro
del ministro Sacconi come arbitrato, clausola compromissoria,
certificazioni che
indeboliscono il lavoratore sul luogo di lavoro Pertanto
Forlì, 3
maggio 2011
FILCAMS CGIL FORLI’ |