COMUNICATO STAMPA
Presentati i dati dell’Inchiesta FIOM CGIL sulle condizioni dei metalmeccanici di Forlì: salari, orari e condizioni di lavoro, rischi per la sicurezza e la salute.
Una situazione di emergenza
per le immagini della presentazione clicca qui
Sono stati presentati ed analizzati in questi giorni i risultati riferiti al territorio di Forlì di un’inchiesta di massa condotta dalla FIOM CGIL nella seconda metà del 2007 sulle condizioni materiali di vita e di lavoro dei metalmeccanici.
Si trattava di un questionario complesso, con 118 domande, distribuito e successivamente raccolto nei luoghi di lavoro dai delegati della FIOM. A Forlì hanno risposto 548 lavoratori e lavoratrici, di 15 diverse imprese metalmeccaniche; un numero significativo di questionari è stato raccolto in Bonfiglioli, Electrolux e Marcegaglia.
Le prime considerazioni che si possono trarre dall’analisi delle risposte dei lavoratori è che, nel nostro territorio ad un livello medio di studi dei metalmeccanici non basso (il 62.7% ha una qualifica professionale o un diploma) corrisponde molto spesso un basso inquadramento professionale (il 36.7% è di terzo livello o inferiore); tra le donne ben 2 lavoratrici su 3 sono di terzo livello. Dall’Inchiesta emerge anche che l’85% dei lavoratori dichiara di non aver avuto la possibilità di usufruire di formazione pagata dall’azienda.
Per quanto riguarda il salario il 55% degli operai guadagna meno di 1.200 euro netti al mese e, tra questi, uno su tre non supera i 1100. Le operaie, in particolare quelle del comparto elettrodomestici, sono quelle che guadagnano di meno: il 64% delle operaie ha un salario inferiore ai 1.100 euro/mese. Considerando che i questionari sono stati compilati nel 2007 (e quindi prima del manifestarsi della crisi economica) emerge chiaramente che la condizione dei redditi dei lavoratori del settore metalmeccanico era e resta emergenziale.
Sull’orario di lavoro oltre il 45% di tutti gli intervistati vorrebbe lavorare meno ore; in generale, sono pochissimi (3,5%) quelli disponibili a lavorare di più.
Per la maggioranza degli operai – ma anche per molti impiegati - il lavoro è ripetitivo e monotono, i ritmi e le cadenze elevate; i margini di controllo sulla prestazione, sui ritmi e sugli orari spesso sono molto bassi
Tra gli operai poi, sono molti quelli che dichiarano di essere esposti in larga misura a rumori forti e vibrazioni, vapori, fumi e polveri, in alcuni casi anche a temperature troppo alte e a sostanze pericolose. Inoltre il 42,1% dei lavoratori ritiene che la propria salute sia stata compromessa dal lavoro svolto. Solo il 23.4% dei lavoratori metalmeccanici di Forlì pensa di poter fare lo stesso lavoro a 60 anni.
Questi dati ci mostrano innanzitutto una condizione di emergenza in merito alle retribuzioni dei lavoratori e inoltre che non esistono materialmente i margini per intensificare ulteriormente le prestazioni lavorative né per mettere mano al sistema pensionistico.
I lavoratori hanno già dato tutto e anche oltre.
Forlì, 4 luglio 2009
per la FIOM CGIL di Forlì
Michele Bulgarelli
Segretario Generale